CENSIMENTO SULLE AZIENDE DEL TERRITORIO IN MATERIA DI ADOZIONE DI BUONE PRATICHE SULLA RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA
RISULTATI INDAGINE
Si è chiusa l’indagine-censimento promossa dall’ A.I.L. (Associazione Imprenditori Lombardi), il Comune di Rho, la Banca BCC di Sesto S. Giovanni e realizzata da Alpha Network Srl di Rho – società di ricerca e formazione sulla qualità della vita.
L’indagine svolta sul territorio del nord-ovest milanese ha coinvolto un campione di circa 600 aziende per lo più della piccola media impresa aventi forma giuridica in Srl, SpA ma anche società individuali e professionisti di servizi alle aziende.
Il censimento evidenzia che il territorio è formato perlopiù di aziende del terziario, ossia di servizi, lavorazione di lavorati o semi-lavorati e commercio. Le organizzazioni che si sono rese disponibili a rispondere al questionario, sono in particolar modo operanti nell’impiantistica, nell’infortunistica, nell’erogazione di servizi per la produzione e funzionamento di attività e servizi alla collettività.
Le imprese risultano mediamente strutturate con una direzione spesso a conduzione famigliare anche quando di medie-grandi dimensioni. Si evidenzia inoltre in aree quali Pero – Garbagnate – Bollate – Novate M.se aziende con numerosi addetti impiegati nel territorio ma con sede legale ed amministrativa al di fuori della provincia e soprattutto al di fuori della regione.
Le aziende che hanno risposto al questionario per censire una fotografia del territorio hanno dimostrato attenzione e sensibilità rispetto all’argomento: il 10% delle aziende adotta già misure e politiche in materia di Responsabilità Sociale o è orientata ad implementarle. Tuttavia il 70% non ha conoscenza della materia e quindi delle opportunità e dei vantaggi che l’adozione di tali misure offrono all’impresa, a tutto l’indotto e ai portatori d’interesse che con l’azienda hanno continui contatti.
L’80% delle imprese opera nell’ambito del mercato nazionale, mentre solo il 20% degli intervistati si rivolge al mercato estero. Il 50% delle risorse umane impiegate ha un’età compresa tra i 36 e i 55 anni, solo il 15% ha meno di 30 anni. Il 70% è di sesso maschile, mentre il restante 30% impiegato è femminile.
Il questionario d’indagine ha inteso fotografare la cultura d’impresa rispetto ai seguenti ambiti quali:
- L’adozione di buone pratiche per minimizzare gli impatti ambientali delle proprie attività. E’ risultato che il 50% delle aziende adotta processi per la riduzione della quantità totale di rifiuti smaltiti; il 25% adotta misure e soluzioni per ridurre i consumi energetici; il 25% utilizza materie prime poco inquinanti; il 18% attua piani formativi in materia; il 13% è certificata nei processi produttivi e utilizza trasporti su rotaia piuttosto che su gomma; il 18% non adotta alcuna misura particolare rispetto all’ambiente.
- L’adozione di misure per la gestione e la valorizzazione delle risorse umane. Il 60% delle realtà che hanno risposto dichiarano l’adozione di programmi di formazione (soprattutto quella obbligatoria) e attenzione alla salute e sicurezza del lavoratore, ossia monitorano secondo l’indice di frequenza infortuni e gravità; le aziende più strutturate adottano anche un Codice di Comportamento o Regolamenti aziendali, il 49% rispetta le pari opportunità e dichiara l’accoglimento delle richieste sulla flessibilità oraria del lavoratore. Il 20% struttura incentivi e percorsi di carriera; solo il 19% adotta misure per agevolare convenzioni ai dipendenti e misure conciliazione lavoro-famiglia; poche le indagini sulla valutazione interna e sul grado di soddisfazione, così come l’adozione di prassi puntuali sulla trasparenza e la comunicazione. Solo il 33% attua piani di valutazione dei livelli di stress (obbligo di legge). Solo il 6% non adotta alcuna misura.
- Applicazione di politiche e iniziative a favore della comunità e del territorio. Il 28% non adotta alcuna politica e iniziativa. Il 38% effettua donazioni e liberalità ad organizzazioni sociali. Il 24% sostiene attività sportive e ricreative o sostiene progetti a favore di studenti in collaborazione con scuole ed istituti. Il 18% sostiene istituti per disabili e/o comunità. Meno attenzione è sensibilità si evidenzia rispetto al volontariato d’impresa, ai programmi di ricerca medica e all’istituzione di borse di studio.
- Adozione di strategie e azioni volte a valorizzare clienti e consumatori. Il 27% delle imprese non risulta focalizzata sull’argomento o non comunica in maniera adeguata. Solo il 50% ha una certificazione di prodotto e di qualità (ISO 9000). Effettua indagini e comunica alla clientela la tracciabilità del prodotto, l’impatto ambientale, la sicurezza e la certezza dei processi solo il 17%. Gestisce puntualmente i reclami il 43% delle imprese. Poca attenzione o investimenti sono rintracciabili in materia di indagine periodiche, certificazioni sociali
- Rapporti con i fornitori in un’ottica di trasparenza e partnership. Il 13,8% non adotta criteri particolari di comunicazione. Il 26% seleziona i propri fornitori anche sulla base di requisiti socio-ambientali (quali rispetto delle condizioni di lavoro dei lavoratori, dei propri diritti, della loro salute, sicurezza ecc.). Il 40% sceglie e seleziona fornitori locali (almeno quelli diretti). Il 48% delle aziende adotta criteri trasparenti e collaborativi così come termini di pagamento a 30 -60 -90 gg. Il 43% richiede ai fornitori certificazioni di prodotto/servizio. Ma solo il 27% verifica i processi e appena il 10% coinvolge e sensibilizza i propri fornitori sulla responsabilità sociale.
- Ricerca, sviluppo e Innovazione su processi/prodotti/servizi a rilevanza sociale o ambientale. Solo il 19,3% crea od eroga prodotti e servizi forniti con vantaggi ambientali e sociali lungo il loro ciclo di vita, mediante processi produttivi e gestionali innovativi. Il 77% non investe in materia.
- Promozione di progetti territoriali in un’ottica di responsabilità sociale. Il 71% non li promuove, mentre il restante 29% si attiva su progetti che riguardano per lo più il recupero e la promozione del territorio, dell’ambiente, lo sviluppo economico sociale e culturale della propria comunità di riferimento o alla tutela paesaggistica.
I risultati dell’indagine hanno evidenziato, principalmente, quanto le aziende vedano positivamente, in termini di competitività, l’adozione di interventi virtuosi verso i dipendenti ma, allo stesso modo, hanno rilevato che le imprese non sono in grado di comprendere appieno i risparmi economici che queste azioni possano far scaturire. Questo conferma quanto il concetto di sensibilità e responsabilità verso gli operatori aziendali sia ancora innovativo ed abbia ancora molteplici aree di approfondimento e sviluppo.
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